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Attualitá

Addio a Oliviero Toscani, ma chi era? Tutto su di lui

La morte di Oliviero Toscani ha sconvolto il mondo dello spettacolo e non solo, perdiamo un uomo davvero straordinario.

La notizia ha fatto il giro del mondo lasciando tutti senza parole, commenti che sono arrivati da ogni parte del globo.

Addio a Oliviero Toscani, ma chi era? Tutto su di lui (ANSA) Ichicuneo.it

Oliviero Toscani nasce a Milano il 28 febbraio del 1942. Il padre era un fotoreporter del Corriere della Sera, un uomo molto famoso e di grande professionalità. A 14 anni Oliviero pubblica, proprio su quel quotidiano, la sua prima foto ed è una grande emozione che gli fa capire quale sarà la sua strada professionale da quel momento in poi. Raggiungendo grandi risultati da subito diventerà un personaggio influente in tal senso.

Nel libro Caro Avedon raccontò di come accompagnò suo padre a Predappio per la tumulazione di Mussolini e mentre il padre fotografava la cerimonia lui si soffermò sul volto dolente di Rachele Mussolini con un ritratto che finì proprio sul Corriere. Dopo aver terminato gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, nel 1965 si diploma a Zurigo alla Kunstgewerbeschule in fotografia. Allievo di Serge Stauffer, specialista di Marcel Duchamp, e di Karl Schmid impara ancora di più un mestiere complicato e che gli permette di crescere rapidamente.

Oliviero Toscani, la carriera

La carriera vera e propria di Oliviero Toscani inizia nella pubblicità, la prima che fa è quella per il cornetto Algida dove lo vediamo scattare una foto a tre ragazze che vanno su un tandem gustando il gelato. Una foto che piace tantissimo e che porta Toscani verso Parigi dove lo attendono set di alta moda e dove raffina ulteriormente la sua tecnica.

Oliviero Toscani, la carriera (ANSA) IchiCuneo.it

Nel 1972 partecipa come testimonial a vari caroselli pubblicitari per la Facis, azienda di abiti da uomo e dimostra ancora una volta di avere personalità nei momenti che contano. Le sue foto diventeranno anche protagoniste di battaglie come quella della pubblicità con il lato b in evidenza di Donna Jordan e lo slogan “Chi mi ama, mi segua”, poi censurata da magistratura e chiesa e per la quale lo difenderà Pier Paolo Pasolini.

Chi l’ha conosciuto parla di lui come di un uomo semplice, che non ha mai voluto strafare e che ha dimostrato il suo valore in ogni aspetto di quello che ha fatto. Sicuramente per l’Italia rappresenta una grave perdita che lascia tutti senza parole e crea grande dispiacere, un vuoto immenso lasciato che ci porta a dove riflettere sul futuro.

Matteo Fantozzi

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Matteo Fantozzi

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