Qual è la differenza tra Fabio Capello e Arrigo Sacchi? Punti di vista e non solo

Arrigo Sacchi e Fabio Capello due nomi che dividono e che hanno fatto la storia del nostro calcio nel bene e nel male. Ma chi è stato il più grande?

Oggi facciamo un salto indietro nel tempo per parlare di due allenatori molto particolari e che hanno parlato tanto nella loro storia.

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Qual è la differenza tra Fabio Capello e Arrigo Sacchi? Punti di vista e non solo (ANSA) Ichicuneo.it

Capello è stato spesso accusato di non aver inventato niente e di aver solo sfruttato il lavoro di Sacchi sulla panchina del Milan. In realtà già in rossonero ha vinto più del suo “eterno rivale” e poi ha vinto anche da altre parti, cosa che non è riuscita invece al tecnico di Fusignano.

Una frecciatina da Capello verso il collega è arrivata quando a Marca svelò: “Sì è vero ha rivoluzionato il calcio, ma ha avuto la fortuna di avere una base difensiva. I quattro di difesa sono stati preparati da Liedholm che è stato il primo a giocare a zona nel Milan e la qualità della difesa aiutò me e Sacchi a fare la rivoluzione”.

Ma cosa ne pensa il pubblico che dimostra ancora una volta di avere la memoria corta dimenticando alcuni particolari molto importanti per giudicare due allenatori che rimangono comunque grandi e di spessore.

Sacchi vs Capello, chi è il più grande?

Arrigo Sacchi è difeso dai giochisti, mentre Fabio Capello più da quelli che sono definiti risultatisti. Oggi però è difficilissimo dare una risposta a questa domanda con un po’ di oggettività senza farsi trascinare dalle proprie credenze.

I fatti dicono però che Sacchi ha vinto solo al Milan, mentre Capello ovunque è andato compreso Real Madrid e Juventus oltre all’incredibile Scudetto vinto sulla panchina della Roma di Franco Sensi nella stagione 2000/01.

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Sacchi vs Capello, chi è il più grande? (ANSA) Ichicuneo.it

C’è anche da dire che la carriera di Capello è stata più lunga di quella del suo collega che ha interrotto per aver finito le pile di fronte a un lavoro incredibilmente stressante.

A pesare su Sacchi ci sono però le scelte scellerate quando ha guidato la nazionale azzurra. A Usa 1994 nel girone è praticamente fuori, ripescato come migliore terza del torneo, non certo motivo di vanto. Arriva in finale a un passo dalla Coppa del Mondo, persa ai rigori, ma solo grazie a un Roberto Baggio che in quel momento era superiore addirittura a Diego Armando Maradona.

E poi le esclusioni no-sense di Roberto Mancini e Gianluca Vialli all’apice delle loro carriere, Beppe Signori terzino e Gianfranco Zola sempre in panchina. Inoltre c’è da parlare di un Europeo nel 1996 in cui l’Italia tocca uno dei suoi momenti più bassi. Capello? Momenti così lui non li ha vissuti.

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